Armine Harutyunyan, la modella di Gucci che accende la polemica. Cosa dice la psicologia?
Armine Harutyunyan sta facendo parlare di sé da diversi giorni. La nuova modella di Gucci, definita “bellezza inusuale”, ha attirato l’attenzione del popolo dei social, nel bene e nel male. Come mai fa tanto scalpore? Cosa innesca nella psiche umana?
La nuova modella di Gucci si chiama Armine Harutyunyan, ha 23 anni ed è diventata famosa per la sua bellezza, ma non nel modo convenzionale. Le sue foto hanno fatto il giro del web ed in particolare dei social network a causa del suo aspetto, in particolare del suo viso. A far infiammare la polemica è stato il fatto di averla inserita tra le 100 donne più belle del mondo. Come mai? Perché non è affatto bella, secondo una gran fetta del popolo social.
Come al solito, le piattaforme social si sono spaccate in due: da un lato chi ritiene Armine Harutyunyan non bella e quindi non propriamente una donna da copertina, e dall’altro chi si è schierato a favore della modella e contro la scarica di body shaming che si è riversato per i vicoli dei social. Sì, perché tra chi non condivide la scelta di Gucci ci sono anche gli utenti che si sono scatenati, generando meme ironici o, talvolta, carichi di odio nei confronti dell’aspetto fisico della ragazza.
Ma qual è il motivo per cui questa vicenda ha sollevato un polverone così grosso?
Una persona che rispecchia i canoni di bellezza imposti dalla società e dal mondo della moda, ha tutte le carte in regola per diventare una modella di successo. Ma una persona ordinaria, e forse anche leggermente brutta secondo l’opinione pubblica, non può avere accesso al mondo delle sfilate e delle copertine. Generalmente le modelle sono considerate donne con attributi e caratteristiche inarrivabili per le altre donne; quasi come appartenessero ad un altro universo. Ma se la modella è una di noi, una donna comune, allora è più frequente che diventi una calamita per la frustrazione.
Quando accade che una donna come tante diventa la modella di Gucci, la polemica si accende: perché lei, donna comune (e per certi versi poco piacente) ce l’ha fatta. E se ce l’ha fatta lei, posso farcela anche io. E invece no, a me non è capitata la stessa fortuna.
Vedere una persona comune raggiungere le vette mette in discussione le proprie competenze ed il proprio valore. Perché lei, con quelle sopracciglia grosse e quel viso ai limiti del bizzarro, è arrivata ad essere la modella di Gucci e tu no? È come se le persone comuni che raggiungono il successo sottolineassero il fatto che TU non ce l’hai fatta.
Il sentimento di insoddisfazione che nasce e cresce nel grembo delle persone trova diversi modi per esprimersi.
Casi come quello della modella di Gucci sono terreno fertile per i troll e per l’ironia bonaria che attraversa il web, ma in larga misura anche per chi si sente intimamente colpito dal successo altrui, che alimenta il proprio senso di insoddisfazione, dovuto alla convinzione di non essere mai abbastanza. E sentirsi da meno non porta solo ad un ripiegamento su se stessi, ma anche allo sviluppo di condotte di odio ed intolleranza verso gli altri.
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