Dipendenza dai social: il Narcisismo non c’entra

Gabriele Vittorio  > Psicopatologia, Social Media >  Dipendenza dai social: il Narcisismo non c’entra
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dipendenza dai social

Postare contenuti sui social network è diventata una pratica quotidiana per molte persone. C’è chi posta foto, chi racconta esperienze, chi condivide materiale informativo o divertente. 
Ricevere like è un piacere: chi pubblica qualcosa, si aspetta di ricevere dei feedback, dei riscontri dalle altre persone. Ma cosa accade quando i riscontri non arrivano? La dipendenza dai social è dietro l’angolo.
Come possono i like influenzare lo stato d’animo delle persone? Qual è il loro collegamento con le condizioni patologiche?

Il peso dei Like nella vita quotidiana


I like sono entrati a far parte della nostra vita a pieno titolo, esattamente come i dislike, i follow e i defollow. Sono diventati addirittura merce di scambio: se una persona ci sta antipatica o dice qualcosa che non ci piace, noi siamo pronti in ogni momento a togliergli il like e, in casi più gravi, a togliergli il follow. Smettere di seguire qualcuno sui social è diventato uno strumento di ripicca. 
I like hanno assunto un’importanza cosi grande nell’esistenza di ogni persona che hanno il potere di cambiarne l’umore, fino a generare una vera e propria dipendenza dai social.
Ricevere – o non ricevere – l’approvazione e l’apprezzamento altrui sui social network per il materiale che si pubblica, può avere influenze importanti sul proprio stato d’animo
Piacere e appagamento se si ricevono i like sperati, irritabilità e umore a terra se ciò non avviene. 

La dipendenza dai social e dai like è narcisismo?

Il potere dei like, però, ha anche delle conseguenze estreme. I fatti di cronaca, purtroppo, riportano spesso di persone che si sono tolte la vita a causa di reazioni non sperate sui social network.
Sicuramente non è un like che influisce sulla decisione di togliersi la vita, ma la dinamica degli apprezzamenti online ha un grande impatto su chi ha una mente già di per sé influenzabile e un background emotivo non proprio roseo. 
Non è rara, ai giorni nostri, la dipendenza da internet, come anche dai like: la ricerca compulsiva dell’approvazione altrui stimola i centri dell’aspettativa, della ricompensa e del piacere situati all’interno del cervello, dando origine ad un circolo senza fine di ricerca della gratificazione che, se non viene soddisfatta, porta a sentimenti di perdita e frustrazione. È così che l’aspettativa e il piacere, mossi dal bisogno, se non trovano soddisfacimento portano a stati d’ansia, irritabilità e sintomi depressivi. 

Ho ricevuto pochi like: ansia e depressione

Ma perché avviene questo? Perché si cerca compulsivamente l’approvazione altrui tramite il sistema dei like? E perché questo influenza così tanto lo stato d’animo delle persone? Essere così presi dalla vita social e tenere così tanto che ciò che si pubblica sia apprezzato e condiviso dal resto del mondo, rappresenta il grande bisogno di essere visti. Si ricerca la popolarità ed un senso di perfezione che nella realtà quotidiana non esiste. La dipendenza dai social porta ad investire tante emozioni nella ricerca dei sospirati like, ed è un modo per compensare una mancanza di attenzioni che evidentemente ha lasciato in vuoto profondo. 

Dipendenza dai social: le conseguenze sulle facoltà cognitive

Essere continuamente vigili su ciò che succede online, controllare continuamente l’arrivo dei tanto sospirati like, è un grande dispendio di energie e richiede l’impiego di tante risorse.
Le risorse maggiormente impiegate sono quelle attentive: un costante monitoraggio delle proprie e delle altrui attività è un processo senza sosta, che non prevede pause. Quando si svolgono delle attività, specialmente se complesse, staccare la spina e riposare il giusto tempo serve a raffreddare gli ingranaggi cerebrali, tornare ad uno stato di equilibrio e ripartire carichi e pronti per una nuova sfida attentiva.
Quando si è costantemente connessi per controllare se qualcuno ha apprezzato o detto qualcosa sulla propria foto o il proprio post, diventa impossibile staccare la spina.

È una pratica che coinvolge totalmente la persona e la tiene sempre vigile. Questo, ovviamente, va a discapito delle facoltà cognitive delle persone. I sistemi maggiormente coinvolti e colpiti dalla pratica del controllo ossessivo dei Social Media, sono quelli della concentrazione e della memoria. Un’attenzione sempre accesa, che non conosce sosta, grava sulla concentrazione. 
Non è raro, infatti, accusare dei cali della concentrazione nei compiti della vita quotidiana, fino ad arrivare a veri e propri disturbi clinici
Se ci si concentra poco e male, si apprende in modo scarso e frammentario. Anche il corpo risente di questi grandi sforzi, portando ad un inevitabile declino dell’intero sistema-persona. 

Abbiamo illustrato come sia possibile che una lacuna emotiva che si esprime nel bisogno di essere notati, di essere visti, possa influire così tanto sulle facoltà cognitive e come queste possano fungere da base per disturbi fisici e psichici. 
Siete ancora convinti di liquidare la questione attribuendole una superficiale etichetta di “narcisismo”? 

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