Dimenticare il proprio figlio in auto: cosa sta succedendo?
Ne abbiamo parlato oggi con Storie di Mamme in un’ intervista in streaming a cui ho partecipato per dare un contributo alla spiegazione di questi spiacevoli avvenimenti.
E’ successo la settimana scorsa, e purtroppo non è un episodio che giunge nuovo: è successo nel 2015 a Vicenza, nel 2013 a Piacenza, e altre volte, troppe. Un genitore che si dimentica del proprio figlio in auto, con terribili conseguenze.
Questa volta è accaduto a Gaia, una bimba di Livorno: in una calda giornata, sua madre si è accorta dopo 4 ore di averla dimenticata nell’auto parcheggiata, che intanto era diventata un forno. La chiamata al 118, la corsa all’ospedale di Cecina e poi all’ospedale pediatrico Meyer non sono riusciti a salvarle la vita.
L’ipotesi che campeggia nelle notizie di cronaca è quella relativa ad una condizione chiamata Amnesia Dissociativa.
Escludendo la presenza di condizioni cliniche come l’epilessia, gli effetti di traumi cranici, altre condizioni neurologiche e l’assunzione di sostanze stupefacenti, l’Amnesia Dissociativa consiste in una incapacità nel ricordare singoli eventi o frangenti della vita della persona. Un black out, un vuoto di memoria che riguarda poche ore, o pochi giorni, durante i quali la persona non ricorda cosa ha fatto, cosa è avvenuto.
Di solito questo periodo ha un inizio ed una fine più o meno delineati, e spesso la persona non ha coscienza di aver avuto questo vuoto di memoria: se ne rende conto solo quando, e se, si accorge di ciò che è successo. Nel caso in esame, è ovvio che la madre si sia accorta dell’accaduto. Ma se il black out non avesse riguardato sua figlia, forse non sarebbe stato così. Se avesse omesso, ad esempio, di dire o fare cose di poco conto, senza alcuna ripercussione sulla sua vita, forse non avrebbe mai accusato un’amnesia.
Com’è possibile che accada?
La dissociazione è un meccanismo che si mette in atto molto spesso, fa parte dell’essere umano. Ci si dissocia ad esempio quando si è alla guida, quando si fanno cose in automatico, e spesso ci si ritrova ad aver portato avanti delle attività senza consapevolezza. Come guidare e ritrovarsi a casa senza rendersene conto…è come aver messo il pilota automatico.
Le statistiche purtroppo parlano anche di atti consapevoli: genitori che lasciano i figli il tempo necessario per fare la spesa o delle commissioni, ben consci di lasciarli lì per quel tempo. E questo implica una pericolosa negligenza da parte del genitore e la poca attenzione a quei particolari che invece andrebbero valutati con cura (un bambino non può attendere all’interno dell’abitacolo di un’auto; un bambino non può attendere in nessun luogo che non sia supervisionato da un adulto).
Un fenomeno che prende piede, quando accadono eventi del genere, è quello della psicosi di massa: l’amnesia dissociativa può succedere a tutti? Potrei dimenticarmi improvvisamente di mio figlio? Potrei tralasciare cose importanti della mia vita e non rendermene conto? Potrei combinare qualche guaio?
Una cosa importante è non legarsi ai termini oscuri come “Amnesia dissociativa” che possono diventare diagnosi misteriose di patologie che potrebbero colpire da un momento all’altro chiunque.
Per non farsi prendere dal panico è quindi importante conoscere le cose di cui si legge e di cui si parla:
Il cervello (Clicca qui per un articolo sulle Curiosità sul Cervello) si dissocia per far fronte all’enorme stanchezza a cui è sottoposto. La vita oggi richiede di mantenere un’attenzione che va al di la delle reali capacità umane. Si vive nell’era del non-riposo, in cui è ben tollerato, e anzi, è auspicabile, lo spirito di sacrifico che va oltre ogni limite.
La mamma di Livorno si dice che si alzasse molto presto al mattino per occuparsi dell’attività di famiglia, per poi dedicarsi diligentemente alle sue due figlie. Viene descritta come una donna e madre energica, attiva, super attenta. Forse troppo attenta, troppo stimolata. E quindi il suo cervello ha avuto bisogno di riposo, di dissociarsi.
Sarebbe potuto capitare con le chiavi di casa, con il cellulare…ma anche con cose ben più importanti. In realtà non è possibile sapere se le sia già capitato in passato: magari con qualcosa di non importante, e di cui lei non ha memoria.
Quindi, è fondamentale conoscere le cose di cui si parla, sia per togliersi quella paura immotivata di una malattia che potrebbe colpire da un momento all’altro, sia per sapere cosa fare, come correre ai ripari.
Come muoversi, allora?
Si è già parlato di dotare le auto di dispositivi di rilevamento, sensori acustici ed interpellare tutta la tecnologia che può venire incontro a tali esigenze, per evitare che si verifichino situazioni analoghe.
Ma si è parlato poco di un versante più profondo, ed anche più difficile da trattare: la prevenzione ed il benessere psicofisico.
E’ possibile adottare degli accorgimenti davvero importanti:
1. Concedersi il giusto riposo:
anche se la vita quotidiana impone ritmi serrati ed il riposo è bandito. Non deve essere così. Il vostro corpo e la vostra mente hanno bisogno del giusto quantitativo di riposo, anche in previsione di tutte le attività che siete chiamati a svolgere costantemente.
2. Fare attenzione ai campanelli d’allarme, i segnali di stress:
difficoltà nel dormire, difficoltà di concentrazione, distrazione, irritabilità, ansia (Clicca qui per l’articolo sull’Ansia in Gravidanza).
Spesso queste cose vengono sottovalutate, perché si pensa che siano dovute alle condizioni atmosferiche, si dorme male perché fa caldo/o perché fa freddo; si ha l’ansia perché si sta mangiando male e si digerisce altrettanto male…insomma, bisogna eliminare tutte le scusanti che si usano per giustificare i malesseri.
Bisogna accettare che il cervello ha bisogno di dissociarsi e fare in modo che questo accada solo per cose futili o comunque non di vitale importanza: e per realizzare questa condizione si deve concedersi il giusto riposo e imparare a riconoscere i segnali di stress.
3. Coinvolgere gli altri:
Coinvolgere anche l’altro genitore, se c’è. La gestione dei figli deve essere un impegno per entrambi i genitori, senza scusanti. In caso di eccessivi impegni è bene chiedere anche un aiuto esterno di fiducia, genitori, suoceri, parenti ed amici disposti ad alleviare un po’ il carico genitoriale.
Lo stress, quando cresce troppo, diventa pericoloso. E’ importante imparare ad accorgersi di questa crescita e correre ai ripari, consultando per esempio un esperto, uno psicologo, e affidarsi a chi può dare un valido aiuto.
Il supporto psicologico è la miglior cura ed anche la miglior prevenzione, sia per la propria salute che per quella dei figli e per gestire e valorizzare al meglio le proprie capacità genitoriali.