Siamo tutti a conoscenza della vicenda di Luca Varani, 23 anni, che ha perso la vita durante un festino a base di droghe e alcol per mano di Marco Prato e Manuel Foffo, in una casa della periferia di Roma.
Tanto si è scritto, e tanto ancora deve essere reso noto, poiché la vicenda agghiacciante ha quasi dell’incredibile e la verità ancora non è venuta tutta a galla. Ma uno degli elementi messo maggiormente in luce, è l’omosessualità di uno dei due assassini, Marco Prato, che campeggia ormai su decine e decine di siti che ne parlano, da cui arrivano articoli spesso dalle parole spiacevoli e penalizzanti nei confronti dell’omosessualità in sé.
Al centro di molti dibattiti i cosiddetti “festini gay”, abitudini nascoste di molti giovani dediti al sesso promiscuo e all’abuso di sostanze. Al centro di molti dibattiti, quindi, un orientamento omosessuale che si presta facilmente a pregiudizi e discriminazioni.
Ad aggravare la situazione, l’idea che Marco Prato fosse, in realtà, una persona con Disforia di Genere, alla quale è stato impedito di intraprendere un iter per essere la donna che sentiva. Ostacolato nel suo intimo desiderio, è allora “impazzito”.
Le critiche, quindi, non hanno tardato ad arrivare: la condotta di Marco Prato interpretata sulla base della sua rabbia repressa per non aver potuto realizzare ciò che più voleva.
Una sorte simile è toccata a Manuel Foffo, il suo complice nell’omicidio di Luca Varani.
Tanto rumore che ha investito il campo dell’orientamento sessuale e l’identità di genere, messi al centro di un ciclone che ha sollevato un gran polverone, spostando l’attenzione dal vero problema: Ragazzi dediti all’uso massivo e continuato di droghe e alcolici, così tanto da catapultarli in una dimensione in cui perdere il contatto con la realtà, e restare scollegati a lungo, il più a lungo possibile. Così sconnessi ed alterati da bypassare la morte, agendola senza alcun freno.
Le domande da porsi, probabilmente, non sono quelle sui gusti sessuali e le preferenze relazionali, bisogna bensì interrogarsi su Cosa porta le persone a compiere atti così efferati. Come si arriva ad uccidere? Cosa c’è nell’esistenza e nel vissuto profondo di certe realtà?
Quel che è certo, è che non sono gli omosessuali o i/le transessuali ad uccidere, ma le persone.
e’ piu’ facile colpevolizzare una persona, specialmente se ritenuta “diversa” da tutti i cretini del mondo, che non l’abuso di alcool e droghe che usate da tutti i cretini del mondo.
Hai proprio ragione,Giuliana.
É più facile Colpevolizzare in generale,che concedersi uno spazio di riflessione
e spesso si cerca un colpevole, quando forse non c’è neppure una colpa
ho dimenticato “sono”