Chi non ha visto Inside-Out pochi giorni fa? Ah, lo avete visto?? Ottimo.
Subito dopo averlo visto, ho cominciato a fantasticare: ho pensato che sia stato un film nato da un caso fortuito, probabilmente un produttore della Disney aveva un amico, conoscente, professionista ecc. esperto di psicologia o, perché no, un neuropsicologo, e da una chiacchierata davanti ad un caffè sarà nato: “Perché non concretizzi questi stati mentali in un cartone animato, così come succedeva in Esplorando il Corpo Umano?”. Ma è solo una mia idea, probabilmente non così lontana dalla verità.
Quanti di voi spesso hanno detto “Mi sento molto emozionato” ma poi non hanno saputo spiegare nello specifico cosa questo significasse?
Niente paura. L’emozione come stato mentale è un concetto astratto. Non lo puoi vedere. Non lo puoi toccare. Non lo puoi fiutare. Ma sicuramente lo puoi sentire. E in realtà lo puoi anche vedere, toccare e …fiutare, con un po’ di attenzione. E farà molto per cambiare la tua giornata.
Perché? L’emozione c’è sempre come connotato della coscienza. E’ il primo modo di manifestarsi di una esperienza. Permette di quantificare e valutare il “peso” degli oggetti. E’ il movente di una azione e di una riflessione.
Come tutto ciò che ci contraddistingue, le emozioni hanno una funzione di sopravvivenza e/o comunicativa. Sono una serie di concetti e sensazioni maturate per sfuggire a un predatore, comunicare meglio con gli altri, auto-proteggersi, capire cosa va e cosa non va.
L’emozione è la percezione di una modificazione del corpo, il sistema nervoso di fronte a una minaccia, scarica con movimenti indipendenti. Sono puramente relazionali quindi differenti dai sentimenti.
Andiamo a capire cosa sono, perché si, sono tutte elencate!
Le emozioni di base
Sono le principali, quelle che fanno funzionare tutto il resto. Ovviamente nessuno ha deciso quali fossero le emozioni di base ma, statisticamente, se ne possono elencare alcune che plausibilmente possono essere annoverate tra quelle “principali”:
Tristezza – Indica la perdita di qualcosa, l’incontro con tra i desideri e le proprie limitazioni. Può sembrare cosa negativa ma, come nel cartone, aiuta a superare momenti importanti, a capire di più il mondo in cui viviamo e ad accettare meglio le perdite.
Rabbia – Indica la consapevolezza di non poter superare un ostacolo o ottenere qualcosa di bramato. Apparentemente negativa, può servire, tra le altre cose, a scaricare lo stress, correggere i propri sbagli e vincere le proprie paure.
Gioia – Una emozione che non ha bisogno di presentazioni! Riguarda infatti il raggiungimento del proprio obbiettivo o dell’oggetto desiderato. Ma chiaramente non bisogna abusarne o vi potrete ritrovare in un mondo utopico che è solo rose e fiori. Purtroppo la vita non è così!
Disgusto – Altra emozione che non ha bisogno di chiarimenti particolari! Indica qualcosa che può contaminare. Che provoca quindi repulsione totale verso l’alimento o la situazione, tanto da volersi allontanare subito e scappare via a gambe levate. Chiaro collega della Paura atto a proteggerci da qualcosa di spiacevole.
Paura – Eccola qui, la mia emozione preferita. Non esagero. Non per essere negativi ma è la cosa più facile da pronunciare e più difficile da descrivere. La indicherei come l’annuncio di un dolore. Puramente dominata dall’istinto rischia infatti di farci perdere collegamento con ogni ragionamento logico e cognitivo. Bisogna scappare, andare via, tirarsi fuori da quella situazione pericolosa e da quel predatore più grande, forte e minaccioso. Se non lo faremo potremmo uscirne morti o gravemente menomati. Non per forza tutto quanto è chiaramente razionale o velocemente riconducibile a questo, ovviamente.
Sorpresa – Per me l’emozione Bonus! Perché non si sa cosa sia appena successo, l’evento era puramente inaspettato, e seguiranno probabilmente subito dopo Gioia, Paura ma anche Disgusto, Rabbia e perché no, Tristezza! Chi non ha mai sentito quell’adrenalina fastidiosa anche se l’evento è positivo? Probabilmente avete sperimentato questa emozione primaria che è la sorpresa.
Le emozioni secondarie
Segue poi una lista che può essere tranquillamente infinita, di emozioni secondarie, si collegano alle prime ma prendono sfumature del tutto diverse. Divertiamoci ad elencare quelle che per me sono le più rappresentative.
Gelosia – Indica la paura di perdere un oggetto caro.
Invidia – Indica la frustrazione provata per non possedere l’oggetto voluto.
Colpa – Quando si pensa al dolore che ha un’altra persona, non per forza perché glielo abbiamo procurato noi, ma anche solo il non essere potuti intervenire, volenti o nolenti.
Imbarazzo – La consapevolezza di essere sotto gli sguardi. Gli altri possono “accorgersi” di qualcosa che non vogliamo mostrare.
Vergogna – …quella cosa è stata notata!!!
E ancora allegria, ansia, rassegnazione, delusione, nostalgia, speranza, perdono…
Quindi se provate spesso questi stati emotivi, anche se apparentemente negativi non preoccupatevi, significa che il vostro corpo e la vostra mente funzionano benissimo. L’importante è che non ne abusiate, perché alle emozioni sono collegate molte dinamiche, come ad esempio la regolazione delle stesse, che in alcuni casi può essere compromessa. Avete mai sentito parlare di Contagio Emotivo? Ne parleremo prossimamente…
si ritiene che lo stupore, o sorpresa, sia in realtà un’emozione secondaria nata dall’unione di gioia e paura. così come è nata la melanconia (cioè il misto di ricordi felici e tristi chiamato nostalgia),dall’unione di gioia e tristezza. O La repulsione dall’unione di disgusto e paura (immagina queste emozioni nello stesso momento verso i pelosi ragni fritti, un piatto locale esotico in una lontana terra straniera. ecco, lì provi insieme paura e disgusto! E cioè repulsione.)
Ragni fritti col pelo? Ahi ahi
Grazie. Incredibile, non avrei mai detto che il senso di colpa fosse un’emozione secondaria. Fa un sacco di danni su se stessi.
E’ una di quelle cose che se non trova il giusto “impiego” sa essere davvero devastante