Perché con un sottotitolo diamo un senso a tutto (Video)
Il cervello tende a completare gli stimoli incompleti e parziali.
Se avvistiamo una faccia che ci osserva da dietro un muro, automaticamente il nostro cervello la completa con un corpo, senza sapere che magari è un semplice manichino, o pura immaginazione.
Il triangolo di kanizsa è un esempio lampante di questo fenomeno. “Vediamo” due triangoli sovrapposti, perfetti, ma nessuno dei due è effettivamente disegnato. Inoltre, la superficie coperta dal triangolo “mangiato” dai “pac-man” sembra molto più luminoso. Il nostro cervello, infatti, tende a completare ciò che non c’è, per ottenere un risultato nella maniera più semplice e nota, come inventarsi un triangolo anziché lasciare spazi vuoti e ambigui.
La stessa cosa accade con le parole: uno stimolo ambiguo, come una parola straniera, viene completato con l’italiano, linguaggio a noi più familiare. Il bello è che più studiate la lingua straniera in questione, meno il fenomeno “funziona”. Esso è più robusto quanto più la lingua straniera è complicata e a noi sconosciuta.
Se il testo cantato lo leggiamo anzichè ascoltarlo e basta (come quando abbiamo i sottotitoli a disposizione, ad esempio) ci troviamo in possesso di un’ancora percettiva. Se non lo stiamo leggendo, invece, siamo costretti ad ancorarci ad altre cose.
Un esempio lampante è quello delle persone con un senso compromesso, o del tutto assente, che sviluppano altre modalità per fruirne ugualmente. Un non vedente riesce a riconoscere una persona dalla cadenza dei passi, cosa che per noi che possiamo leggere questo post sarebbe del tutto impossibile, o comunque molto difficile ed inusuale. Allo stesso modo, non essendo madrelingua della canzone che ascoltiamo, dobbiamo ancorarci obbligatoriamente ad altre fonti e possibilità, “fidandoci” ciecamente del testo che ha più esperienza del nostro orecchio inglese, francese, tedesco ecc. ecc.
La stessa cosa vale per quelle canzoni che hanno destato (ed ancora destano, in chi non le conosce) stupore e meraviglia: quelle che, se ascoltate al contrario, conterrebbero messaggi subliminali di tutti i tipi. In realtà, tranne poche eccezioni che sono più che altro degli scherzi degli autori, la maggior parte seguono lo stesso principio di cui sopra: dei suoni che, nel caso dell’ascolto al rovescio, non significano assolutamente nulla, ma che se accompagnati da sottotitoli plausibili, sembrano acquisire un senso e ci fanno dire: “Si, sicuramente dice proprio così!”
Se vi affascinano e vi incuriosiscono questi fenomeni, vi suggerisco di fare una ricerca veloce sul Completamento Amodalee sulla Pareidolia…per godervi appieno la magia della [dis]percezione umana! Oltre che, ovviamente, guardare -ed ascoltare- il seguito del video che ho incluso in questo post.
Buon divertimento!