Mio figlio è transessuale?

Gabriele Vittorio  > Lgbt, Psicologia Nella Rete >  Mio figlio è transessuale?
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Cosa pensano i genitori quando il loro figlio (o figlia) manifesta di sentirsi appartenere al sesso opposto a quello di nascita?
Proviamo a rispondere ad alcune delle tipiche domande che possono sorgere in situazioni del genere:

Mio figlio vuole vestirsi come una femmina.

(Mia figlia vuole vestirsi come un maschio).

Fermati e respira, prima di tutto. Come manifesta questa volontà tuo figlio(figlia)? Te lo ha detto apertamente? Lo hai sorpreso ad usare vestiti ed accessori delle sorelle/fratelli? Te ne ha fatto esplicita richiesta?
La prima cosa da fare è fermarsi e riflettere sulla domanda, così è possibile affrontare al meglio i passi successivi.

Che problema ha mio figlio? E’ trans?

E’ bene non partire già ponendosi davanti ad un problema: il fulcro non è questo. Se siamo in in una fase iniziale (tuo figlio ha appena manifestato la volontà di vestirsi/fare cose “tipiche” dell’altro sesso), le motivazioni possono essere tante, tra cui quella di voler intraprendere un percorso di riattribuzione, ma anche, più semplicemente, la manifestazione di una propria indipendenza. I bambini sono liberi da tante sovrastrutture che gli adulti spesso hanno: sanno meglio di chiunque altro che l’essere maschio non significa necessariamente giocare solo con le macchinine e l’essere femmina desiderare delle bambole. L’espressione di genere è variegata e piena di sfumature.

E’ successo qualcosa nella vita di mio figlio, di cui forse non mi sono accorto?

Probabilmente ciò che sta accadendo è che tuo figlio sta iniziando a sviluppare la propria identità e dare forma anche a quella che riguarda il proprio genere di appartenenza. Non necessariamente il “sentirsi dell’altro sesso” dipende da un evento particolare e/o traumatico che lo ha scatenato: spesso è solo il corso naturale delle cose.

Che cos’è l’Identità di Genere?

E’ quel sentire intimo di appartenere al genere maschile o femminile. Esso è la risultante di molti fattori, ma non è necessariamente legato ai cromosomi e alla dotazione “biologica” di una persona (ad esempio, una persona nata fisicamente maschio, può avere una identità di genere femminile, e viceversa).

Dove/cosa ho sbagliato? Cosa posso fare?

La domanda che spesso tormenta i genitori che si trovano di fronte a situazioni di questo tipo, riguarda il raffrontarsi coi sensi di colpa e la ricerca di possibili errori commessi nel difficile “mestiere” di educatori dei propri figli. E altrettanto immediata deve essere la risposta: nessuno. Il sentire intimo dei figli di appartenere ad un sesso piuttosto che ad un altro non dipende in alcun modo da possibili errori commessi dai genitori.

Devo fare degli esami medici? A chi posso rivolgermi?

Quando si intraprende un percorso di riattribuzione di sesso, le indagini mediche fanno parte dell’iter. In questo caso, però, ciò che è più importante è mettersi in una posizione di comprensione e di ascolto. Situazioni come queste sono molto delicate e difficili da affrontare, sia per i diretti interessati (i bambini/ragazzi), sia per i genitori, che provano tante emozioni forti e contrastanti.
Può essere utile, allora, rivolgersi ad uno psicologo per avere una prima accoglienza e ricevere delle utili linee guida per muoversi bene in queste situazioni. Lo psicologo, infatti, è anche la prima figura implicata nell’iter di transizione. E’ importante non sentirsi soli, perché effettivamente non lo si è: ci sono tante altre persone che vivono, o hanno vissuto, le stesse situazioni e le stesse emozioni.

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