Chi non ha visto, negli ultimi mesi, almeno un film o una trasmissione Tv in cui siano coinvolti psicologi o, meglio ancora, in cui si parla di psicoterapia?
Avete mai aguzzato i sensi e rintracciato tutti i pregiudizi e gli stereotipi che circolano in merito agli psicologi, alla psicoterapia ed alla psicologia?
Spesso in Tv vengono ricreate vere e proprie ambientazioni di una psicoterapia in cui si interfacciano terapeuti e pazienti in scene talvolta veritiere, talvolta surreali.
Sulla professione dello psicologo e dello psicoterapeuta, comunque, ci sono ancora poche informazioni: se ne parla poco e male, anzi, troppo e male. E’ diventata, infatti, una moda quella di inserire nei contesti più svariati – telefilm, talk show, reality – figure che hanno a che fare con la salute mentale a vario titolo, ma spesso le informazioni divulgate sono errate e frutto di fantasia e pregiudizi.
Quella dello psicologo/psicoterapeuta è una tra le professioni più fraintese, perché poco conosciuta. Su di essa circolano miti e stereotipi da sfatare, vediamone alcuni:
Andare da uno psicologo/psicoterapeuta significa essere malati
C’è ancora poca informazione, e poca cultura, sulla professione dello psicologo e della psicoterapia, gran parte dovuta anche alla presenza di varie altre figure che si aggirano in questi ambiti, creando ulteriore confusione e alimentando false credenze (clicca e leggi).
Intraprendere un percorso di psicoterapia non significa essere malati di qualcosa. Ammesso che sia corretto oppure no il termine malattia, una psicoterapia non serve a guarire, ma a favorire un cambiamento atto ad affrontare alcune forme di sofferenza.
La psicoterapia è un viaggio nel passato e nella riapertura di vecchie ferite
E’ diffusa l’idea che una psicoterapia sia un doloroso tuffo nel passato allo scopo di sviscerare tutta la vita, dall’infanzia all’età adulta, riaprendo vecchie ferite nella convinzione di trovare il nodo della sofferenza solo negli episodi passati.
Non è proprio così. Esistono vari approccio psicoterapeutici, che utilizzano metodi anche molto differenti tra loro, ma in genere la psicoterapia non è un viaggio indietro nel tempo, ed il passato può essere solo una piccola parte del percorso. Anzi, alcuni tipi di psicoterapia non contemplano affatto un lavoro sul passato.
Meglio parlare con un amico
Un amico è un amico. Uno psicoterapeuta è uno psicoterapeuta. Entrambe le figure hanno un ruolo importante nella vita di una persona, ma non sono intercambiabili, hanno un posto diverso e un’importanza diversa. L’amico è una persona vicina ed intima che sa offrire conforto, confronto e vicinanza in situazioni problematiche; lo psicoterapeuta dispone degli strumenti tecnico-scientifici per affrontare e risolvere quelle problematiche.
Andare dallo psicoterapeuta significa non farcela da soli
Quella del dovercela fare da soli è una convinzione molto radicata. Molte persone pensano di dover affrontare le proprie difficoltà da sole, senza chiedere l’aiuto di uno psicoterapeuta. Ma nessuno si sognerebbe di risolvere un problema cardiaco senza andare dal cardiologo. Nessuno si sognerebbe di riparare il motore della propria auto andando a mettere le mani in posti che non conosce. E chi lo fa si trova, inevitabilmente, con un danno raddoppiato.
Quindi perché mai non dovrebbe valere lo stesso per lo psicoterapeuta? E’ certamente più facile accettare di farsi guardare le tonsille da un medico o di farsi fare la messa in piega da un parrucchiere, mentre è più difficile accettare che uno professionista della mente si intrufoli nel proprio intimo, ma le cose diventano più facili se si pensa che anche quello è un lavoro e, come esiste l’esperto del cuore che è il cardiologo, allo stesso modo esiste l’esperto della mente.
Le persone non cambiano
Cambiare è impossibile. Un vecchio detto sostiene che chi nasce rotondo non può morir quadrato.
E’ una credenza molto diffusa che il cambiamento sia impossibile, poiché si tende a vedere i tratti di una persona come stabili nel tempo e nello spazio. In questa immobilità scambiata per coerenza, si includono anche le ansie e le sofferenze in generale. C’è addirittura chi è convinto che l’ansia, ad esempio, sia un tratto caratteriale, genetico, e che quindi sia destinato a rimanere stabile per tutta la vita.
Ho buone notizie: questo non è affatto vero; la psicoterapia può indurre un cambiamento tale da ridurre e contrastare questa ed altre sofferenze.
Certe sofferenze si curano solo con i farmaci
Quante volte avete sentito dire (o avete detto voi stessi) che certe sofferenze sono curabili solo con un approccio farmacologico? Secondo voi perché è diffusa questa convinzione?
Alcune situazioni di sofferenza sono talmente grandi da sembrare insormontabili. L’aiuto farmacologico quindi sembra l’unica soluzione possibile: prendere una medicina che mandi via per un po’ la sofferenza, viene visto come ultima spiaggia.
L’uso del farmaco, però, non esclude la psicoterapia, e fare una psicoterapia non esclude la possibilità di usare un farmaco; anzi, spesso il trattamento d’elezione è proprio una combinazione di terapia farmacologica unita ad una psicoterapia! Nel trattamento di alcune condizioni, l’una e l’altra si completano.
Non mi fido a dire i fatti miei ad uno sconosciuto, anche se è uno psicologo
Parlare di sé è una questione delicata. E’ molto difficile aprirsi ad un’altra persona, specialmente quando si tratta di uno sconosciuto e quando questo sconosciuto è un esperto della mente umana e quindi può sondare il profondo di ognuno. Questo porta anche la forte paura del giudizio e di veder spifferate le proprie cose al mondo intero. Entrambe le eventualità, però, sono impossibili: un bravo psicologo è un professionista non addestrato a giudicare; il giudizio e la critica, infatti, sono quanto di più lontano dal suo lavoro. La privacy, inoltre, è uno dei cardini principali della professione dello psicologo: egli è tenuto rigorosamente a rispettarla e ad attenersi al segreto professionale. Tutto ciò che verrà fuori all’interno dello studio di uno psicologo, sarà lì custodito e non condiviso con nessuno (clicca qui per leggere il Codice Deontologico degli Psicologi italiani).
Ho conosciuto uno psicologo/psicoterapeuta che…
Quante persone sono andate da uno psicoterapeuta o psicologo almeno una volta nella vita? Tante. E quante hanno fatto una cattiva esperienza? Per i motivi più disparati: lo psicologo non ha soddisfatto le aspettative; non è piaciuto il suo modo di lavorare; non ha ispirato fiducia; non se ne è condiviso il metodo. Insomma, sono tante le ragioni per cui una persona può fare un’esperienza non bella.
Questo, però, genera anche il pericolo della nascita di un preconcetto e di una falsa credenza: se mi è andata male una volta, mi andrà male anche quelle successive.
Lo psicologo da cui sono andato/a non mi è piaciuto…quindi tutti gli psicologi devono essere così
Fare esperienze negative, specie se si tratta del rapporto con un professionista della salute mentale, è una cosa molto spiacevole. Ma come ogni altro professionista, anche quello che si occupa della mente può non andare bene per una persona. Come non ci si trova bene con un avvocato, ci si può non trovar bene con uno psicoterapeuta. Come un medico di base va scelto in base a dei parametri che ognuno autonomamente decide per sé, è lo stesso anche per il proprio psicoterapeuta. Non sono tutti uguali: c’è quello che può andar bene per qualcuno e non per altri, e viceversa!
La cosa importante in questi casi, e lo ripeterò sempre, è quella di accertarsi, prima di tutto, che lo specialista che si sta consultando sia uno Psicologo vero (clicca qui per leggere l’articolo su come accertare l’identità di uno Psicologo).
Io posso dare la mia testimonianza: la psicoterapia aiuta tantissimo e tutti dovrebbero provarla almeno una volta. Io l’ho trovata una valida alternativa ad altre tipologie di terapie. È un’ottima occasione anche solo per riflettere ..che comunque non è cosa da poco!
Ciao Diletta, ti ringrazio per il tuo prezioso parere, è importante averne un riscontro pratico!
Benvenuta e a prestissimo